Allegato

quale citazione

 nel commento di Wolfgang Kühner

 

 

[“Grande Evangelo di Giovanni” vol. 2 - Capitolo 228 ]

Forza e resistenza

 

1. Risponde Cirenio, ormai tutto contento: «Signore, Tu leggi chiarissimo nel mio cuore ed altrettanto bene vedi nel mio cervello, cosicché certamente meglio di ogni altro puoi giudicare se io ho compreso del tutto la cosa, oppure soltanto a metà. Io almeno credo, per come lo sento, che questa cosa adesso mi sia completamente chiara come il sole, ma è altrettanto possibile che dietro di essa si tengano celate ancora profondità immense di concetto e di significati, che forse non sono mai ancora balenate per la mente del più perfetto tra gli spiriti angelici perfetti. Ma, comunque sia, sono perfettamente soddisfatto di quello che ora so e ne avrò abbastanza per meditare, per tutto il tempo della mia vita, perché tutto questo è in sé una cosa che sovrasta già ad altezze infinite l'orizzonte massimo della sapienza e della conoscenza umana!

2. Solamente un essere, il quale certamente esiste, resta per me ancora un enigma e questo è Satana e la sua congrega di demoni! Se Tu, o Signore, volessi darmi anche a tale proposito qualche piccolo chiarimento, la mia anima sarà saziata fino alla morte del mio corpo, perché qui vedo ancora assai poco chiaro. Che cosa e chi è veramente Satana, chi e che cosa sono i suoi accoliti che vengono chiamati "demoni"?»

3. (Gesù) Dico Io: «Anche questo argomento, a volerlo sviscerare a fondo, è per la tua capacità di comprensione alquanto prematuro, però, per illuminare te e tutti voi modestamente anche a questo riguardo, Io voglio tuttavia fornirvi una breve spiegazione adatta al vostro intelletto; dunque ascoltateMi!

4. Vedete, tutto quello che è, che sussiste e che in qualche modo ha esistenza non può essere, sussistere od avere una qualche esistenza se non per effetto di un continuo conflitto.

5. Ogni esistenza, non eccettuata quella divina, ha in sé solo degli opposti, come negativi e affermativi, che stanno sempre l'uno contro l'altro, come il freddo e il caldo, la tenebra e la luce, il duro e il molle, l'amaro e il dolce, il pesante e il leggero, lo stretto e il largo, l'alto e il basso, l'odio e l'amore, il male e il bene, il falso e il vero, e la menzogna e la verità.

6. Non vi è forza che possa in qualche modo manifestarsi qualora non le si opponga una controforza.

7. Immaginatevi un uomo che ha la forza di mille Golia, tale dunque da poter affrontare un intero esercito di guerrieri. Ma a che cosa gli gioverebbe tutta la sua forza se lo si collocasse come le nuvole nello spazio libero dell'aria? Vedete, la brezza più leggera, capace appena di muovere una foglia qui sul terreno, avrebbe il potere di spingerlo, nonostante tutta la sua forza e robustezza, continuamente nella medesima direzione in cui la stessa brezza spira.

8. Ma, affinché il gigante possa far uso efficace della sua forza, deve anzitutto avere una base od un terreno solido che lo sostenga e che gli serva da solido appoggio. Dunque, il suolo rappresenta già un elemento in opposizione al nostro gigante, poiché, per esercitare la propria forza, gli è necessaria la libertà di movimento e, oltre a ciò, occorre uno stato di rigida tranquillità dell'appoggio che lo sostiene, sul quale poter entrare in rapporto con lo stato di rigida quiete dell'appoggio o del terreno e quindi, associando alla propria, la forza di resistenza del terreno al quale si appoggia, poter tenere fronte a qualsiasi attacco. Soltanto in questo modo il gigante può fare veramente uso dalla propria forza. Se il terreno è roccioso, non vi sarà alcuna azione violenta capace di aver ragione di un simile stato di rigida quiete, a meno che non sia violenta in un grado pari o superiore al grado di concentrazione del principio di rigida quiete stesso insito nella roccia. Ma se il terreno è molle, e quindi meno in opposizione con la capacità di movimento impetuoso del gigante, allora la forza del gigante troverà nel terreno che gli è contrapposto troppa poca resistenza e perciò potrà far fronte a mala pena ad una forza molto minore che agisce contro.

9. Per facilitare oltremodo la comprensione di questo fatto, immaginatevi ancora questo gigante che ha, per esempio, la forza sufficiente per sollevare su di un terreno solido il peso di mille uomini, ma mettiamolo invece su un terreno paludoso che abbia appena quel tanto di solidità che occorre per sostenere il peso del gigante e su questo terreno diamogli da sollevare un peso di dieci, oppure addirittura di cento uomini ed è certo che non lo alzerà nemmeno di un dito dal suolo, perché, nel momento in cui inizierà ad agire con la sua forza sul peso da sollevare, comincerà anche a sprofondare nel terreno molle e tutta la sua forza sarà vana, non avendo sotto di sé alcuna controforza corrispondente alla quale appoggiarsi.

10. Dunque, nessuna forza può avere per sé qualche effetto se prima non entra in un certo modo in rapporto di conflitto con una controforza corrispondente. Nel caso del nostro gigante, al suo peso e al suo movimento si oppone evidentemente la rigida quiete del terreno e li vince anche fino ad un certo grado, ed è appunto questa vittoria della quiete passiva del terreno che infine diventa l'ausilio della forza motrice attiva e che ne misura l'energia».

 

 

 

[“Grande Evangelo di Giovanni” vol. 2 - Capitolo 229 ]

Dell'essenza di Satana

 

1. (Gesù:) «Con questo esempio, che speriamo sia stato esposto con sufficiente evidenza, si spiega con chiarezza il perché un essere senza un contro-essere sarebbe come se non esistesse affatto, nello stesso modo in cui anche la forza del nostro gigante sospeso nello spazio libero dell'aria non potrebbe avere nessun effetto corrispondente ad una causa; dunque, affinché ciascun essere possa agire, deve trovarsi di fronte a qualche contro-essere.

2. Di conseguenza questo rapporto deve esistere nelle debite proporzioni in tutto ciò che è, altrimenti sarebbe assolutamente come se tutto ciò che è non fosse!

3. E sempre per questa ragione, anche il perfettissimo Essere di Dio, in Se stesso deve tenere in ogni riguardo gli elementi opposti sviluppati in sommo grado, senza i quali sarebbe precisamente come se anch'Egli non esistesse affatto.  Questi elementi opposti si trovano in permanente stato di lotta tra di loro, ma sempre, in modo tale che la continua vittoria dell'una forza serva d'ausilio all'altra forza, che figura in un certo modo vinta, così come abbiamo visto quando si parlò della vittoria riportata dal terreno rigido sulla forza che muove il nostro gigante.

4. Ora, avendo Iddio un giorno voluto creare fuor da sé degli esseri liberi simili a Lui, evidentemente dovette pure provvedere affinché questi stessi elementi che si oppongono, fossero in permanente conflitto tra di loro, come Egli li possedeva e doveva possedere dall'eternità in Se stesso, naturalmente nelle proporzioni più equilibrate e perfette; in caso diverso, Egli stesso non avrebbe potuto certo mai esistere come Potenza agente.

5. Dunque, gli esseri furono interamente plasmati secondo la Sua immagine, e  infine, dovette esser loro necessariamente conferita anche la capacità di consolidarsi tramite la lotta degli elementi che si opponevano reciprocamente, e con Dio, riposti negli esseri stessi.

6. A ogni essere furono dati, come caratteristica perfettamente propria, quiete e moto, inerzia e senso d'attività, tenebre e luce, ira e amore, violenza e dolcezza, e mille altri svariati elementi; una differenza soltanto ci fu: e precisamente ‘nella misura’.

7. In Dio tutti gli elementi in opposizione erano già dall'eternità nell'ordine più completo e perfetto, negli esseri creati, invece, questi dovevano piuttosto essere sistemati nell'ordine dovuto, come per virtù propria, mediante la libera lotta, cioè mediante la spontaneità d'azione [che già conosciamo.]  

8. Ingaggiatasi quindi la lotta, vari furono i risultati. Da una parte il trionfo spettò preponderantemente alla rigida quiete ed il moto si trovò in conseguenza troppo subordinato, per la qual cosa esso continuamente e con tutto ardore si dà la massima fatica per rammollire la pietra e ridurla in uno stato più simile e corrispondente ad esso; d'altro lato, invece, il moto riuscì troppo vittorioso in tutte le sue parti e perciò viene continuamente combattuto dalla quiete, più debole di lui, allo scopo di entrare con lui in rapporto corrispondente.

9. Però in molti esseri gli elementi opposti hanno raggiunto la loro giusta misura, e secondo l'Ordine divino e la loro essenza risulta, per tale reazione, perfetta, poiché essi, in virtù delle loro capacità intellettive reciproche e omogenee, si aiutano continuamente nel migliore dei modi fra di loro.

10. Ebbene, da ciò che è stato esposto consegue che laddove in un essere, durante il periodo del proprio libero consolidamento, una forza vuole ridurre, come in gran parte riduce, tutte le altre controforze al silenzio ed all'inerzia nella loro sfera tramite i suoi sforzi prevalentemente ostinati, avviene che una forza simile si uccide, per così dire, da sola e si uccide precludendo ogni via che all'occasione potrebbe presentarsi per rendere manifesta la propria forza. Ora una forza senza una corrispondente controforza equivale, come detto, assolutamente a nessuna forza, cosa questa che abbiamo potuto constatare in modo ben preciso già prima, considerando l'esempio citato del nostro gigante.

11. Una simile forza, poi, resasi così in tutto prigioniera di se stessa, deve avere anche naturalmente sempre l'ansiosa tendenza di catturare in sé continuamente altre forze, per rendere se stessa più libera nella sua prigionia dolorosa. Ed ecco, questo è appunto quello che viene denominato "Satana" e "Diavolo".

12. Satana è una grande personalità ed è corrispondente alla quiete troppo rigida ed all'inerzia, poiché questa prima grande personalità volle riunire e concentrare nella propria entità tutte le altre forze, ma per questo è diventata in se stessa morta ed incapace d'azione. Però le altre forze, rimaste vinte in lei, non sono immerse nella quiete completa, ma vanno continuamente esplicando un'attività e con ciò si personificano come entità indipendenti. Per effetto poi di questa attività esse animano l'essere fondamentale come di una vita apparente, ma questa vita non è evidentemente che una vita illusoria, se paragonata ad una vita vera e libera.

13. Tali forze vinte – ma che non vogliono tuttavia riconoscere la sconfitta – costituiscono poi quello che di fronte a Satana viene chiamato "diavolo", oppure "spirito maligno". Ed ora vedi, Mio carissimo Cirenio, con ciò Io ti ho anche dato, riguardo a Satana ed ai suoi accoliti, quel piccolo chiarimento che Mi hai domandato! Ma se tu vuoi saperne di più, parla, ed Io voglio essere ancora più preciso ed ampio nella spiegazione!».

 

 

 

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