B. D. nr. 4005

(21. 03. 1947)

 

La figliolanza di Dio, ma dopo una grande sofferenza, il cui esito è: morire beati!

 

(da uno spirito-guida):

La completa redenzione di un essere umano su questa Terra rende il suo decesso uno stato della più sublime beatitudine, poiché la sua anima abbandona il corpo senza alcun dolore né lotta e si eleva nel regno spirituale, dove viene accolta da innumerevoli esseri di luce e viene guidata alla sua vera Patria. Questa definitiva liberazione è tuttavia la conseguenza di un amorevole disinteressato amore sulla Terra con il quale l’anima si è del tutto depurata e ora può continuamente ricevere luce e forza che le assicura la sua risalita spirituale.

Invece raramente l’uomo è così compenetrato dall’amore da essere considerato come aspirante alla figliolanza di Dio, poiché, per diventare un figlio di Dio con tutti i diritti di un figlio come Suo autentico erede, deve venire molta sofferenza su quegli uomini che vi aspirano, ma che non pensano abbastanza seriamente alla loro anima. Le sofferenze devono contribuire alla totale depurazione dell’anima, se questa vuol raggiungere la meta più alta. Allora Dio l’aiuta attraverso una sofferenza ancora maggiore, cosicché si possa liberare già sulla Terra, se solo rinuncia ad ogni resistenza contro Dio e cambia nell’amore. La sofferenza non sarà mai da condannare, poiché può essere sospesa in qualsiasi momento, perché diminuisce nella stessa misura come l’uomo spinge al massimo sviluppo l’amore in sé. La sofferenza o l’amore redimeranno sempre, ma l’amore e la sofferenza insieme mettono l’anima in uno stato tale che abbandonerà il mondo del tutto colma di luce e potrà assumere l’eredità del Padre nel Cielo.

Perciò voi uomini sulla Terra non dovete mormorare né lamentarvi se l’Amore del Padre v’impone una grande sofferenza, se vi dà da portare una croce che vi pesa e vi sembra troppo pesante, poiché in tal modo Egli vuole aiutarvi a raggiungere una meta superiore. Infatti, solo dopo la morte del corpo riconoscerete la benedizione della sofferenza e sarete grati a Dio per questo mezzo che Egli ha impiegato e che il Suo Amore e Sapienza ha riconosciuto come un sicuro successo per le vostre anime, perché, …non potete misurare sulla Terra cosa significa poter entrare nell’aldilà come figlio di Dio.

E’ la più intima unione con Dio l’accoglienza di luce e forza dalla Fonte; è uno stato della più alta beatitudine, uno stato del creare e formare a propria discrezione, perché la Volontà divina dimora anche nei figli di Dio i quali possono costantemente attivarsi senza limiti con Dio e nella Sua Volontà, e sono inesprimibilmente beati nella loro pienezza di luce e forza, e possono usarle come li ispira il loro amore verso i non redenti. Essi potranno distribuire e ricevere senza limiti, e gusteranno la delizia della vicinanza di Dio e saranno eternamente beati! – Amen!

 

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