B. D. nr. 4511

(14. 12. 1948)

 

Il destino della vita è pre-studiato, ma si evolve rispetto alla volontà degli uomini

 

(da uno spirito-guida):

A voi uomini vi è stata assegnata una misura di sofferenza e fatica che dovete prendere su di voi nella vita terrena, per far maturare la vostra anima. Questa misura corrisponde alla lunghezza della durata della vostra vita, alla volontà e alla maturità dell’anima del singolo essere umano, per cui compare in modo differente all’uomo che non è ancora penetrato nella conoscenza più profonda dello scopo e meta della vita terrena. Non è un caso che la vita di una persona sia più difficile e ardua, mentre ad un altro viene risparmiato molto, e tuttavia la Volontà di Dio ha formato il destino di ciascun individuo com’è vantaggioso per la sua anima.

Nondimeno, voi uomini potete contribuire molto voi stessi a rendervi la vita più facile, perché la Volontà di Dio di aiutare è sempre pronta, …se Lo invocate e chiedete il Suo aiuto. Quindi, in un certo senso vi procurate da voi stessi un eccesso di sofferenza, perché avete sempre a disposizione la grazia della preghiera che vi basta usare, per essere sollevati dalla più grande preoccupazione. Infatti, la preghiera può avere lo stesso successo per lo sviluppo dell’anima come una misura di sofferenza, se l’uomo cerca Dio a Cui vuole unirsi; per cui la sofferenza è un buon mezzo, purché sia stabilito il collegamento con Dio.

L’uomo può inoltre scegliersi la via, e perciò può determinare il suo destino e formarlo convenientemente, se rimane in costante collegamento con Dio attraverso la preghiera o attraverso l’amore fattivo per il prossimo, che in tal modo provocherà la presenza di Dio, quindi innesca un collegamento diretto con Lui, perché Dio stesso è Amore e quindi deve unirsi con quell’uomo che si è formato nello stesso essere tramite l’amore.

Perciò, se un uomo crede di dover soffrire eccessivamente, deve ricordarsi che il suo essere ha ancora bisogno di cambiare, altrimenti dovrebbe essere irradiato dall’essenza di Dio, il che escluderebbe qualunque sofferenza. Egli deve soffrire per rifugiarsi in Dio, e attraverso l’intima preghiera richiedere la Sua irradiazione, la quale non gli sarà giammai rifiutata, la quale protegge l’uomo terreno ancor più efficacemente e rinvigorente, più costui si unisce a Dio. L’unione con Dio esclude ogni sofferenza, quindi si deve solo aspirare a questa per diminuire la misura delle sofferenze, e inoltre, …per far maturare l’anima! – Amen!

 

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