B. D. nr. 5042a

(15. 01. 1951)

 

L’incarnazione come uomo è la conseguenza del peccato

 

(parla il Padre):

Il vostro essere umano è la conseguenza del peccato. Voi ‘dovevate’ assumere una forma subordinata, una forma instabile in sé, cioè creata da Me solo per la durata della vostra permanenza in essa e che rimarrà sempre caduca, perché la sua sostanza è materia, che come corpo umano è qualcosa di spirituale immaturo, il quale ha bisogno di un tempo estremamente lungo per vivificarsi come la vostra anima. Questa vostra forma esteriore è un peso per lo spirituale che vi si trova rinchiuso, è una catena che gli impone costrizione, quindi lo stato dello spirituale non è beatitudine. Esso si trova in un giudizio, e questo è la conseguenza del peccato, dell’antica ribellione contro di Me e l’allontanamento da Me.

Il peccato è una trasgressione contro l’amore, mentre l’amore è qualcosa di maestoso-divino, è la sostanza originaria di Me stesso, quindi la trasgressione contro l’amore è anche una trasgressione contro di Me, che non può rimanere impunita secondo la Giustizia divina. Il peccato non può essere annullato tramite il Mio Amore, ma deve essere espiato, altrimenti la Mia Giustizia non verrebbe soddisfatta. Questo atto di giustizia ha luogo attraverso la relegazione in una forma materiale dello spirituale che una volta Mi ha opposto resistenza, il che significa, per lo spirituale, sempre una catena.

Questa catena è quindi la conseguenza del peccato, e quindi, tutto lo spirituale che è legato nella Creazione materiale, fino all’uomo, è sotto un giudizio. Esso espia, per così dire, la colpa che ha caricato una volta su di sé attraverso il peccato dell’antica ribellione contro di Me, il cui processo di espiazione dura da tempi infiniti, e non troverebbe la sua fine nemmeno con l’ultima incorporazione come uomo, dato che la colpa è immensamente grande e l’espiazione non potrebbe essere compiuta nel breve tempo della vita terrena… […]

(segue al n. 5042b)

 

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