B. D. nr. 7924

(20. 06. 1961)

 

Il concetto di tempo e spazio è solo nella creatura che si è allontanata da Dio

 

(da uno spirito-guida):

Il concetto di tempo vale solo per lo spirituale imperfetto che vive ancora limitato nei suoi pensieri, e che perciò è anche legato al tempo e allo spazio. Lo spirituale perfetto, invece, non conosce nessuna limitazione, quindi il passato, il presente e il futuro hanno per lui lo stesso significato, perché l’essere che è perfetto può contemplare e vivere allo stesso tempo gli avvenimenti passati, presenti e futuri, e perciò sarà sempre beato, in quanto non esiste più niente che possa aggravarlo. Per lui ogni cosa è riconosciuta nella sua utilità, perché ha aiutato l’essere a raggiungere la perfezione; e avendo superato se stesso, dovrebbe quindi appartenere al passato, nonostante sia vivente nel presente e, comunque, sempre visibile nel suo effetto, anche se non è mai legato al tempo e allo spazio.

Comprendere questo, è già un segno della vicina perfezione, anche se per l’uomo non potrà essere pienamente afferrabile finché si trova ancora sulla Terra, perché fino allora egli sarà ancora imperfetto, e fino allora sarà tenuto legato al tempo e allo spazio. I concetti di eternità sono perciò, per l’uomo, inevitabili; egli può certamente immaginare dei tempi infinitamente lunghi, ma non può afferrarli con il suo intelletto, come non può neanche immaginare che ‘il tempo’, un giorno, potrà concludersi, né, che egli possa vivere e muoversi, comunque, nel passato come nel futuro, e che tutto ciò che si svolge nell’eternità possa essergli visibile. E saprà anche di un ‘inizio’, e questo gli sarà altrettanto presente quanto lo è la meta raggiunta da tutto l’essenziale che ha avuto la sua origine in Dio ed è ritornato di nuovo a Lui.

Allora per l’essere non potrà più esistere nessuna limitazione, perché una limitazione si è creata da sé, a cominciare da quelli che caddero nell’abisso. Da allora, per loro, iniziò uno stato di assenza di luce; dapprima si crearono delle lacune nella conoscenza e nella comprensione, anche se la mancanza di luce fu limitata nel tempo, perché lo stato della propria essenza cambiava secondo l’epoca. E così anche il luogo del soggiorno cambiò continuamente, il che rende comprensibile la limitazione dello spazio. Tempo e spazio sono i contrassegni di ciò che è imperfetto, che quindi, limitò quegli esseri nel loro operare, proprio perché erano divenuti imperfetti, ovvero, essendo legati al tempo e allo spazio, non furono più liberi come lo erano una volta, quando procedettero da Dio.

L’essere ha messo a se stesso delle catene, oppure se l’è fatte mettere dall’avversario di Dio, e quindi ha determinato da sé la durata del suo stato di legato; si è reso da sé dipendente dal tempo, e questo, finché non tenderà seriamente, di nuovo, alla perfezione. Infatti, un giorno, il tempo e lo spazio saranno superati; un giorno questi concetti non varranno più, perché allora sarà certamente raggiunta la perfezione. E allora l’essere non potrà non considerare che, da sé, si è tenuto così tanto tempo lontano da Dio, che si è in ogni modo limitato, e finalmente potrà comprendere che davanti a Dio mille anni sono come un giorno, perché per Lui non esiste il tempo; e anche il concetto ‘Dio dall’eternità’ non ha valore, perché Egli è sempre nel presente, per Lui non esiste nessun passato, dato che vede il futuro, proprio allo stesso modo in cui vede il presente e il passato.

Egli era, è, e rimarrà sempre il Centro dall’eternità, la Fonte della forza sprizzante ‘vita’; Egli è l’Inizio e la Fine. Egli era, è, e rimane l’Essere senza tempo, illimitato, che nessuno dei Suoi esseri potrà mai sondare! E per Lui non esiste nessun ‘prima’ né un ‘dopo’. Egli è sempre nel presente, e questo non avrà mai eternamente fine.

Infatti, ogni concetto di tempo e spazio è sempre e unicamente proprio degli esseri che una volta si sono allontanati da Lui, che hanno creato a se stessi una ‘limitazione’ mediante l’inversione della loro natura, avendo fatto del perfetto, l’imperfetto, avendo formato se stessi in qualcosa di contrario a Dio e invertito il loro stato originario nel suo opposto. Perciò è evidente che la legge del tempo e dello spazio è stata creata dal caduto stesso, nel quale ora, tutto l’imperfetto deve muoversi, perché tutto l’imperfetto si muove (si trova) in una certa limitazione.

Solo il perfetto è illimitato, mentre ciò che è sottoposto alla limitazione è imperfetto secondo la Legge dall’eternità. L’essere è proceduto perfetto da Dio, e per questo essere non c’erano né il tempo né lo spazio, ed era infinitamente beato. Invece la sua caduta nell’abisso ha creato in ogni modo dei limiti, che saranno eliminati quando l’essere stesso si sarà ritrasformato nella perfezione, nel suo stato originario, …lo stato in cui Dio una volta lo ha creato! – Amen!

 

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